Nelle prime ore della mattinata di giovedì 8 aprile, i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare agli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Opera (MI).
Oltre al primo cittadino, le misure hanno coinvolto anche la dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune e di tre imprenditori del settore edile. L’ordinanza è emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano su richiesta della D.D.A. della Procura della Repubblica di Milano. Il sindaco di Opera e le altre quattro persone coinvolte sono incriminati per reati di peculato, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e traffico di rifiuti.
L’inchiesta, avviata nel febbraio 2020, mirava a far luce su presunti illeciti dell’amministrazione comunale. Le indagini hanno evidenziato come il sindaco di Opera, con la connivenza della dirigente dell’Ufficio Tecnico, abbia interferito in alcune gare bandite dal comune. Nel caso specifico, l’interferenza riguardava l’assegnazione di lavori pubblici a favore di alcuni imprenditori, ricevendo in cambio delle somme di denaro.
Nel corso delle indagini, inoltre, si è ricostruito quali sono le gare indette dal comune incriminate: la gara d’appalto per la riqualificazione del centro sportivo Comunale del valore di 1 milione di euro circa; il contratto d’appalto per la manutenzione delle strade comunali del valore di 350mila euro circa; la fornitura di 4 termo-scanner del valore di 15mila euro circa per la rilevazione della temperatura corporea, installati all’ingresso del Municipio, del Comando di Polizia Locale, della Biblioteca e della farmacia comunale; la procedura negoziata per la manutenzione del Centro Civico comunale del valore di 80mila euro circa; i lavori di adeguamento dei plessi scolastici comunali del valore di 60mila euro circa.
E non finisce qui. Infatti, sono emerse anche comportamenti gravissimi di natura ambientale realizzate dagli stessi imprenditori indagati. I responsabili, sono indagati di stoccaggio, riutilizzo e interramento di circa mille tonnellate di fresato d’asfalto ed altro materiale proveniente dalle lavorazioni stradali. Il materiale proveniva non solo dal comune di Opera, ma anche da quelli di Locate di Triulzi, San Zenone al Lambro, Segrate, Monza. Gli imprenditori hanno attestato falsamente il regolare recupero dei rifiuti speciali mediante dei ‘formulari’ falsi, ottenuti dai gestori di due centri di smaltimento. Infine, il sindaco di Opera è incriminato per l’utilizzo indebito di circa 2000 mascherine chirurgiche destinate alla locale RSA e alla farmacia comunale. Infatti, il primo cittadino ha distribuito i dispositivi di protezione in modo arbitrario, a suoi congiunti e dipendenti comunali.