«Tot el camp es un clam. Som la gent blaugrana». Sono le 12.20 circa di mercoledì 24 marzo e gli altoparlanti del Brianteo di Monza cominciano a riprodurre l’inno del Barcellona. Un clamoroso errore? No, una clamorosa opportunità.
Perché il covid ha condizionato le vite di tutti, ma ha creato anche delle dinamiche a cui mai e po mai, altrimenti, avremmo potuto assistere. Ecco dunque che proprio a causa della pandemia, all’U-Power Stadium di Monza va in scena il match tra il Barcellona ‘padrone di casa’ e il Manchester City ospite, gara valida per l’andata dei quarti di finale della Women’s Champions League. Un match di altissimo profilo quello giocato a Monza, tra la corazzata spagnola (20 vittorie su 20 gare in Spagna, con 99 gol fatti e solo 3 subiti) e le inglesi che negli ottavi avevano giustiziato la Fiorentina. La federazione spagnola, come già accaduto sempre a Monza due settimane fa in occasione di Atletico Madrid – Chelsea, ha preferito non far disputare in Spagna il mach contro le inglesi, preoccupata dalla diffusione dalla variante del covid.
Ed ecco la scelta del Brianteo: «Per l’esperienza positiva che proprio qui ha avuto l’Atletico Madrid – spiegano i rappresentanti del Barcellona -. A questo si aggiunge l’ottimo rapporto che c’è tra noi e il Monza. A nome del Barcellona, ringraziamo il Monza per la disponibilità e l’estrema facilità in cui abbiamo potuto lavorare qui come società ospitante».
In campo non c’è mai stata partita: con un gioco spettacolare il Barcellona ha schiacciato nella sua metà campo il Manchester City fin dai primi minuti di gioco, trovando il gol del vantaggio solamente al 34’. Nella ripresa la definitiva ipoteca del passaggio del turno con altri due gol per il 3-0 finale. Al City, che sul 2-0 ha anche sbagliato un rigore, servirà un’impresa al ritorno per sognare le semifinali.