Nella giornata di lunedì 22 marzo il cinisellese Mauro Perrone riceverà, in ospedale, la somministrazione del vaccino Pfizer. «Non in quanto persona con disabilità – spiega Perrone -, ma in quanto dipendente universitario. In Lombardia chi ha una patologia respiratoria non è stato neanche preso in considerazione: è assurdo e scandaloso».
Perrone, 31 anni il prossimo dicembre, ha una paralisi celebrale che non comporta però, nel suo caso, altre patologie respiratorie. Tante persone disabili in Lombardia, ma non solo, sono costrette all’isolamento dal febbraio 2020 poichè invece queste patologie potrebbero comportare un serio rischio per la salute in caso di positività al covid. «Ho un sacco di amici chiusi in casa da un anno perchè la loro dibilità provoca invece delle serie patologie respiratorie – prosegue Mauro Perrone -. Tra loro c’è chi è costretto a utilizzare il respiratore la notte o che già soffre di questo: nessuno ha minimamente pensato a questi soggetti fragili».
Non sarebbe, per Perrone, un problema esclusivamente regionale, ma una situazione da vedere nel suo quadro generale: «Non devo stabilire certamente io le priorità, però qualcosa non ha funzionato. Dopo il personale sanitario e le forze dell’ordine, ogni Regione ha potuto decidere a quali categorie dare la priorità. La Lombardia ha inserito il personale scolastico, altre Regioni chi lavora nella giustizia. C’è chi, invece, ha inserito la disabilità o in generale le patologie respiratorie. La sanità, è vero, è di competenza regionale, ma far decidere a ogni Regione quale priorità assegnare non penso che sia stata una grande genialata».
Lazio, Veneto e Toscana negli ultimi giorni sono partiti con le vaccinazioni ai disabili: «Io non dovevo essere una priorità in quanto disabile – spiega Perrone -, poichè la mia disabilità non causa patologie respiratorie. Ma almeno chi soffre di distrofia, di Sma o Sla, loro sì. Avrebbero dovuto pensare fin da subito ai soggetti più fragili. E invece io vengo vaccinato in quanto dipendente universitario, anche se lavoro da casa e non ho patologie respiratorie».