Nonna Lucia ha spento ieri 100 candeline ed è stata festeggiata dal Comune di Sesto San Giovanni, dove abita dagli anni Settanta. Quella di Lucia Giuseppa Miuccio è una storia di migrazione. Non da paesi extraeuropei come avviene oggigiorno ma dal profondo Sud: la massiccia immigrazione di chi nel 1900 risaliva la Penisola in cerca di un futuro diverso. Di chi lasciava le proprie radici e metteva ali per volare in terre sconosciute. Una storia da raccontare perché insegna che tutti coloro che emigrano hanno un grande desiderio comune: quello di un futuro diverso e migliore, per sé e le proprie famiglie.
La storia di Nonna Lucia
Nonna Lucia è nata il 12 marzo 1921 a Francavilla di Sicilia, un piccolo paese in provincia di Messina. Papà avvocato e poeta, mamma casalinga, una sorella e tre fratelli. Fin da piccola Lucia ha voglia di imparare, di acquisire conoscenze e competenze. Facendo tanti sacrifici, frequenta la scuola magistrale a Messina, con un sogno nel cuore: insegnare. In pieno dopoguerra, Lucia lascia la sua Sicilia per cercare lavoro altrove. Passa 5 anni a Meta di Sorrento e poi si trasferisce in Svizzera, dove incontra e sposa l’amore della sua vita. Quelli in Svizzera sono anni pieni: di fatiche, di speranze, di nuove e profonde amicizie con i tanti italiani trasferiti all’estero, proprio come lei e suo marito. Sono anche anni pieni di vita, con l’arrivo di un maschietto e di due bimbe. Per motivi di salute, c’è necessità di vivere in una città dal clima mite: all’inizio degli anni Settanta Lucia e la sua famiglia si trasferiscono a Genova e dopo qualche anno a Sesto San Giovanni, dove restano per sempre. «Oggi Lucia è una vera sestese», scrivono sui social del Comune di Sesto, circondata dall’affetto della comunità, dei suoi figli e dei suoi 8 nipoti.