In tutta la Lombardia si torna in Dad, le scuole chiudono i cancelli, ma le famiglie non ci stanno. Alle 17 di giovedì 11 marzo, in più di 200 fra genitori e bambini si sono ritrovati in piazza Gramsci per inscenare un flash-mob di protesta contro la Didattica a distanza.
Il flash mob di protesta
Tutto è partito da due mamme che, trovandosi ‘dalla sera alla mattina’ a dover gestire l’organizzazione dei figli in Didattica a distanza, hanno deciso che non avrebbero accettato passivamente un simile approccio da parte del Governo. Da qui la ‘chiamata alle armi’: tutti in piazza vestiti di nero (in segno di lutto per le scuole chiuse) e con uno zainetto colorato.
La protesta dei genitori è molto chiara: «Vogliamo ridare priorità alla scuola – spiega Vanessa Alfio, una delle organizzatrici, mamma di due bambini di elementari e medie -. I centri commerciali e i negozi rimangono aperti mentre chiudono le scuole. Ai nostri bambini e ragazzi sono state imposte regole che sono state sempre rispettate e non è giusto che a essere penalizzati siano proprio loro».
A pagare il conto della Dad non sono però solo i ragazzi, ma la famiglia intera e spesso le mamme: «Purtroppo molto spesso la gestione famigliare è ancora in capo alle mamme, che si devono destreggiare tra le lezioni online e il proprio lavoro che – fa notare Vanessa – non sempre si concilia con i tempi e le problematiche della Didattica a distanza». Inoltre è sempre presente il problema dei device: gli strumenti elettronici che bambini e ragazzi devono utilizzare per seguire le lezioni e di cui non tutte le famiglie sono dotate».
Oggi, nella piazza centrale di Cinisello, erano presenti non comitati o partiti ma le singole famiglie, esasperate dalla «mancanza di considerazione verso la scuola». Le mamme hanno incontrato nei giorni scorsi il sindaco Giacomo Ghilardi, che ha appoggiato la mobilitazione.
Di seguito una galleria fotografica del flash mob: