La grande confusione dei vaccini non si ferma. ‘Era già tutto previsto’, cantava il grande Riccardo Cocciante o, se preferite, un film già visto. Accordi fatti dall’Unione Europea con le aziende produttrici, ma non rispettati da quest’ultime.
In campo anche l’azienda italiana di Caponago, in provincia di Monza e Brianza pronta a produrre il vaccino russo Sputnik, ‘satellite’ o compagno di viaggio. Ma torniamo al presente,
alla realtà. Al momento le dosi sono dimezzate, consegnate con il contagocce, ma nonostante questo non riusciamo in molte Regioni d’Italia ad inoculare i sieri a disposizione. Così facendo, ci vorranno anni prima di vaccinare tutti gli abitanti dell’intera Nazione. Basta con le chiacchiere e gli annunci, si facciano i fatti. Abbiamo già perso troppo tempo, non sapendo fare un piano vaccinale adeguato.
Ogni giorno si cambia e la colpa è sempre degli altri. Addirittura in mezza Italia mancano i vaccinatori, coloro che fanno l’iniezione al braccio. Medici di famiglia sì, medici di famiglia no. Farmacisti sì, farmacisti no. Questi ultimi, poi, sono bloccati da una legge del 1934 secondo la quale dovrebbero essere affiancati dai medici per le vaccinazioni. Ma questo non si poteva programmare a maggio? Non ci rimane altro che fare una battuta, augurarci quanto prima, la creazione di un vaccino per vie orali, una sorta di sciroppo. Mai dire mai!
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani