È stato premiato questa mattina in sala giunta a Sesto San Giovanni il dottor Claudio Russo, cardiochirurgo sestese che dirige la Divisione di Cardiochirurgia De Gasperis dell’Ospedale Niguarda.
Il trapianto di cuore
La notte di Natale, il dottor Russo ha guidato la sua equipe (formata da altri tre colleghi, due anestesisti e quattro fra infermieri e rianimatori) nel realizzare il ‘miracolo’: un trapianto di cuore su un ragazzo di 28 anni che soffriva di una grave patologia cardiaca. Il 24 dicembre l’equipe di Russo riceve la notizia di un donatore compatibile da Torino, mentre il 28enne è da settimane ricoverato nel nosocomio milanese per scompensi e aritmie cardiache. Dottori e personale sanitario non perdono tempo: si opera d’urgenza e dopo lunghe ore di sala operatoria il ragazzo è salvo, ha un cuore nuovo e una vita davanti.
L’intervento, lungo e particolarmente complesso, non è tuttavia un’eccezione nel panorama degli interventi al Niguarda, dove nel 2020 sono stati effettuati 24 trapianti di cuore e nel 2019 ben 32. Il cardio center dell’ospedale (ovvero il Dipartimento Cardiotoracovascolare) è infatti un’eccellenza nazionale per i trapianti di cuore e malattie cardiache, nonché l’unico Ospedale di Milano ( e uno di tre in Lombardia) a effettuare trapianti cardiaci, sia su pazienti in età pediatrica che su quelli in età adulta.
«A nome dell’amministrazione comunale – dichiara il sindaco Roberto Di Stefano – gli ho consegnato un attestato al merito civico per la grande professionalità, competenza e prontezza dimostrate. Tutta la città di Sesto San Giovanni è fiera e orgogliosa di averlo come concittadino».
Il dottor Russo: «Un riconoscimento dedicato a tutta l’equipe»
Il dottor Russo abita a Sesto dal 1974, ha studiato all’Università Statale di Milano e lavora al Niguarda da 33 anni. «Sono molto contento del riconoscimento, che estendo a tutta l’equipe del Niguarda. Il nostro lavoro è generalmente silenzioso, notturno, per non interagire con l’attività diurna delle sale operatorie», dichiara il cardiochirurgo, che mette l’accento sulla cultura del dono: «Un trapianto presuppone un atto di generosità da parte del donatore ma anche un’estesa cultura del dono, che non mi stancherò mai di promuovere, anche e soprattuto oggi, in epoca covid».