‘Tutto ciò che serve’, in italiano; ‘whatever it takes’ in inglese. Parole cucite sulla persona di Mario Draghi, che da oggi ufficialmente avrà il compito, su mandato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di dare all’Italia un Governo tecnico.
Economista, accademico, banchiere e dirigente pubblico italiano, si è laureato all’Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’, per poi specializzarsi al Mit di Boston. Da lì la carriera come professore universitario, prima di diventare negli anni Novanta un alto funzionario del Ministero del tesoro. Nella sua lunga carriera va ricordato anche il ruolo di governatore della Banca d’Italia e di membro della Banca Centrale Europea (Bce).
Già, proprio la Bce. È proprio qui che entrano in gioco i suoi ‘whatever it takes’: nel 2011 si candida infatti alla presidenza, ricevendo tra gli altri anche il consenso delle superpotenze come la Germania. Un ruolo, quello di presidente, ricoperto fino al 2019. In questi 8 anni Draghi ha salvato l’Europa facendo «tutto ciò che serve»: le sue parole furono in grado di fermare i mercati e di fare da scudo al Paesi in tensione per l’andamento dei tassi sui titoli di Stato. Una piccola rivoluzione interna alla Bce messa a punto pesando ogni scelta, cambiandone di fatto l’assetto ma senza snaturare il ruolo agli occhi delle Nazioni europee.
Dopo anni di voci su un suo possibile ingresso in politica, il suo momento sembra davvero essere arrivato: è lui il nome scelto da Mattarella per guidare il Governo tecnico italiano nei prossimi due anni. Un economista, per cercare di risollevare un Paese che uscirà (si spera presto) da una crisi economica e sanitaria, come lo stesso capo dello Stato ha precisato durante il suo discorso.