Il Nordmilano ricorda le vittime del nazifascismo nella Giornata della Memoria

Giornata della Memoria 2021 Monumento al Deportato

Sono i deportati politici i protagonisti della Giornata della Memoria nel Nordmilano. Loro hanno pagato il pegno di sangue della deportazione nazifascista e ogni anno vengono ricordati ai piedi del Monumento al Deportato, nel cuore del Parco Nord.

Anche quest’anno, seppur in forma molto ristretta a causa del Covid-19, i 570 operai di Breda, Flack e Pirelli deportati nel lager sono stati ricordati con commozione nella mattina del 27 gennaio. A presiedere la cerimonia di deposizione della corona erano presenti i sindaci del Nordmilano, le forze dell’ordine e i rappresentanti delle associazioni Anpi e Aned (Associazione nazionale ex deportati) di Sesto San Giovanni. C’era un solo grande assente: la scuola. Gli studenti che ogni anno fanno gli onori di quelli che furono i loro nonni o bisnonni. Quest’anno, le loro voci sono state riportate tramite un cartello colorato che recita: «Noi abbiamo memoria», riposto davanti al Monumento.

L’impegno a essere presenti, seppur in tempo di pandemia, è stato ricordato dal presidente del Parco Nord, Marzio Marzorati: «Non abbiamo voluto rinunciare a questa importante testimonianza – ha dichiarato Marzorati -. Il Monumento è stato creato alla fine degli anni Novanta e rappresenta la necessità della memoria e del rispetto. Il Parco è onorato di custodire questo luogo ed è impegnato in modo permanente, durante l’anno, all’educazione alla pace e alla non violenza con le visite organizzate ai bunker dell’ex Breda».

Non è un caso che sia un piccolo promontorio all’interno del Parco a ospitare il Monumento: proprio sotto la montagnetta, ci sono gli scarti di produzione della Breda. Sopra, le lapidi con i nomi degli operai deportati perché avevano scioperato nel 1943. Lavoratori del Nordmilano, che all’epoca avevano 16, 18, 20 anni. Degli oltre 500 deportati, 233 sono morti nei lager e 10 sono deceduti una volta finita la guerra, a causa di ciò che avevano subito in quegli anni.

«La Giornata della Memoria ci deve accompagnare ogni giorno – commenta il presidente del consiglio comunale di Sesto, Giovanni Fiorino -. Proprio nel nostro Comune sorgevano le fabbriche in cui sono stati fatti gli scioperi e il ricordo dei deportati politici ci insegna che nessuno può obbligare ad avere opinioni che guardano in un’unica direzione. Bisogna combattere senza paura ogni genere di totalitarismo per garantire un futuro diverso da quello che hanno avuto i nostri fratelli».

Giuseppe Valota, presidente di Aned Sesto Monza

Mio padre, ex operaio, è stato deportato a 38 anni e ucciso a 39. Io non l’ho mai conosciuto. La parola d’ordine è scivolare: prima dei lager e dei forni, ci sono stati tanti segnali che sono stati ignorati e si è scivolati nella deportazione.

Lina Calvi, presidente di Aned Sesto San Giovanni

Mi dispiace che non ci siano i ragazzi, perché sono quelli che danno senso alla Memoria. Oggi si pensa che i giovani siano lontani da questa ricorrenza, ma in realtà sono molto curiosi di conoscere i nomi dei deportati, la loro vita, per immedesimarsi.