Parco Nord, il progetto per la tutela degli animali: ecco come si salvano i rospi smeraldini

Il Parco Nord, con gli animali e le piante che lo popolano, è un polmone verde che arricchisce e cura tutto il Nordmilano, ma anche un motivo di vanto, per bellezza, estensione, fauna e flora.

È per questo che i report periodici che l’amministrazione del parco pubblica per i suoi frequentatori sono sempre ricchi di curiosità e dettagli su quello che è uno dei più importanti parchi della zona, così da rendere tutti partecipi della sua biodiversità. Uno dei progetti di tutela del Parco è quello che riguarda i rospi smeraldini, che vengono monitorati e coinvolti in interventi sui siti di riproduzione, che nel parco sono fontane e pozze sperimentali.

Dal report sulla stagione riproduttiva 2020 emerge che questo è stato un anno complesso per il progetto: l’emergenza ha da un lato favorito i rospi, considerando il minor disturbo da parte delle persone e il ritardo del taglio dei prati, ma dall’altro ha imposto una minor presenza di operatori che normalmente si prendevano cura delle pozze artificiali in cui gli animali si riproducono. Scarse piogge nei primi mesi, situazioni instabili in primavera ed estate hanno condizionato ancora di più la situazione, con una moria di girini nella fontana del Parco dovuta ad alcuni batteri nelle acque.

Le varie specie hanno deposto i girini nel mese di maggio, con una crescita nei due mesi successivi. Rospi smeraldini e tritoni punteggiati si sono divisi nelle pozze dell’area dove i volontari hanno notato, anche se i controlli durante la stagione sono stati obbligatoriamente ridotti, che solo in alcune zone si è potuto compiere il ciclo riproduttivo. A realizzare il report di monitoraggio sono stati i volontari del servizio di vigilanza ecologica e del servizio civile, insieme al tecnico forestale Riccardo Tucci e al guardia parco Marco Siliprandi.