Erano in centinaia i cittadini che questa mattina hanno partecipato al presidio organizzato da Rete Salute Sanità Pubblica (Rssp) davanti all’Ospedale di Sesto San Giovanni, in via Matteotti.
Cittadini ma anche qualche politico e soprattutto tanto personale sanitario: medici, infermieri, tecnici e oss che lavorano per l’Azienda socio sanitaria territoriale del Nord Milano, contro cui era organizzata la protesta.
La Rssp è composta da una serie di associazioni e gruppi di sesto che negli scorsi mesi hanno raccolto una serie di denunce drammatiche sulla situazione sanitaria. «Soprattutto sull’aspetto delle patologie esistenti prima del covid che non erano più assistite. L’idea è anche quella di costruire un concetto diverso di salute e offerta sanitaria pubblica rispetto alla privatizzazione attuata da Regione Lombardia», dichiara Roberto Zanotto, portavoce di Rssp.
«Non è un caso che siamo qui davanti all’Ospedale di Sesto – continua Zanotto – che è una struttura sanitaria pubblica e sta subendo un graduale impoverimento», al nosocomio cittadino infatti è stata chiusa la cardiologia ed è stato impoverito il personale del pronto soccorso, che ora accoglie pochissime persone. «È stato anche affittato un intero piano a una società privata per trasformarlo in hotel covid – aggiunge Zanotto -. Corriamo il rischio che questo ospedale diventi inutile».
Secondo Zanotto, la trasformazione di un’area dell’ospedale in hub per le vaccinazioni anti covid non è sufficiente a rendere funzionale la struttura: «Questo è un aspetto temporaneo, l’ospedale non ha solo la funzione di fare vaccinazioni, anzi: avrebbe una funzione più utile e complessa per il territorio. L’hub purtroppo non compensa il rischio che questo ospedale diventi prossimo alla chiusura se rimane com’è ora».
Le richieste che la Rssp pone all’Asst Nord Milano sono molto concrete: «Aver garantita la possibilità di prenotare visite e prestazioni specialistiche, di farlo con tempi adeguati alla patologia, senza dover buttare via ore di tempo in fila a uno sportello e senza che la visita sia cancellata. Il Covid ha messo in evidenza una situazione che c’era già prima peggiorandola, rendendo difficile riuscire a effettuare visite e controlli che già prima avevano tempi lunghi».
Il presidio arriva a due mesi dalla richiesta di un incontro con la direzione di Asst, che è stato chiesto a novembre con lettera protocollata e 1.300 firme dei cittadini ma a cui Asst non ha ancora risposto.