Da inizio gennaio, è partita la campagna vaccinale contro il covid in Regione Lombardia. L’Ospedale pubblico di Sesto San Giovanni è diventato hub per le vaccinazione: il personale dell’Asst Nord Milano viene vaccinato ogni giorno nei locali dell’ex Farmacia del nosocomio.
Il vaccino è atteso in modo impaziente da molti, ma altri cittadini hanno dei dubbi: quali sono gli effetti collaterali? È compatibile con patologie pregresse? È sicuro, visto i brevi tempi occorsi per l’approvazione?
Abbiamo raccolto le voci dei primi professionisti sanitari che lavorano o vivono nel Nordmilano, le prime persone in assoluto a cui è stato offerto il vaccino anti covid.
Gabriele Gabbas, Tecnico di radiologia all’Ospedale di Sesto
«Ho fatto il vaccino il 7 gennaio, mi avevano chiamato due giorni prima. Sono stato contento di vaccinarmi, anche se ho dovuto dare il consenso in tempi molto veloci. Non ho avuto alcun sintomo post, se non un leggero dolore al braccio per circa 24 ore».
Soad Hassan El Sayed, Oss all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, residente a Cinisello Balsamo
«Ho avuto un giorno di incertezza se farlo o meno, data dal fatto che inizialmente la mia azienda ha chiesto chi volesse offrirsi volontario e questo mi ha un po’ bloccata. Poi, quando si sono aperte le prenotazioni, mi sono segnata spontaneamente. Il giorno in cui mi sono vaccinata mi sono sentita felice. Lavorando da marzo in questa situazione, vivo la paura di ammalarmi o attaccare il virus ad altri. Ogni volta che devo uscire, mi provo la temperatura e se arrivo a 37 gradi non esco per precauzione. Al lavoro curo le persone e l’idea di poter infettare quelle a te più care è terribile. È normale che ci siano dubbi intorno al vaccino, lo stiamo ancora sperimentando, però se non lo proviamo ora quando dovremmo farlo? Se da una parte mi sento un po’ una cavia, dall’altro sono molto felice di essermi vaccinata. Contenta per me, per le persone che amo e per la comunità. Come effetti collaterali ho avuto cefalea e dolore al braccio per un giorno».
Nadia Piazza, Operatore tecnico addetto all’assistenza (Ota) all’Ospedale di Sesto
«Ho fatto il vaccino martedì 12 gennaio, dopodiché ho continuato il mio turno di lavoro. Non ero molto convinta di farlo per alcune patologie di salute che ho, però alla fine mi sono convinta e non ho avuto alcun tipo di reazione anomala».
Anna Mazza (nome di fantasia), Tecnico di radiologia all’Ospedale di Sesto
«Pur essendo in maternità da molto tempo, anche a me è stato proposto di fare il vaccino anti covid. Personalmente ho rifiutato. Sono assolutamente contraria perché credo che nel mio caso non sia necessario. Ho fatto il covid a ottobre, con sintomi molto blandi e adesso ho gli anticorpi molto alti. Per ora preferisco tenere sotto controllo i miei anticorpi e non iniettarmi un vaccino che non conosco e che non è obbligatorio. Non è che il vaccino non sia necessario in tutte le circostanze. Ho visto che è anche abbastanza innocuo: a differenza di quello dell’influenza, con cui ti iniettano il virus attenuato. Penso quindi che sia abbastanza sicuro ma è comunque qualcosa che viene iniettata nel nostro corpo. Al momento non ho quindi accettato di vaccinarmi. Se eventualmente dovessi ricominciare a lavorare magari rivaluterò la cosa, ma la mia opinione in generale rimane contraria».
Luisa Pilti, Infermiera professionale in radiologia all’Ospedale di Sesto
«Ho effettuato la vaccinazione l’11 gennaio. Sono rimasta soddisfatta, anche se poi alla sera avevo una temperatura di 37,5 gradi e dopo un giorno ho ancora dolore al braccio. Per il resto tutto bene!».
Fabio Mirandola, infermiere all’Ospedale Niguarda, residente a Cinisello Balsamo
«Sono contentissimo di aver fatto il vaccino. Non ho mai avuto dubbi al riguardo. Ho fiducia assoluta nel progresso tecnico scientifico e nei tempi in cui è stato messo sul mercato. Il vaccino è stato prima sottoposto a controlli da parte dell’agenzia del farmaco statunitense, europea e italiana, che hanno protocolli molto rigidi. Per quanto riguarda gli effetti collaterali, preferisco un po’ di dolori articolari al braccio, piuttosto di conseguenze catastrofiche. Il 25 ho il richiamo e dopo un paio di settimane farò un sierologico per verificare che abbia fatto effetto. Nella mia vita privata continuerò a utilizzare la mascherina ma posso avere una tranquillità in più. Ad esempio, potrò ricominciare a vedere i miei zii e le mie nonne. In un anno, li ho visti solo durante il funerale di mio padre e sarà una gioia incredibile poterli riabbracciare».