Nuovo capitolo nell’annosa questione che riguarda il prolungamento della M1 linea Rossa da Sesto San Giovanni fino a Monza.
Il Comune di Sesto ha infatti deciso di diffidare quello di Milano: «Ora basta, tutto ha un limite e la nostra pazienza è finita – ha dichiarato in una nota il sindaco sestese Roberto Di Stefano -. Dopo le ennesime promesse non mantenute, abbiamo deciso di diffidare il Comune di Milano e la sua partecipata Mm per il blocco del cantiere per il prolungamento della M1 fino a Monza. Da ormai nove anni i cittadini e i commercianti del quartiere Restellone, dove dovrà sorgere la fermata intermedia della metropolitana, sono costretti a fare i conti con la chiusura di viale Gramsci, una situazione non più sostenibile per gli innumerevoli disagi che porta con sé. È nostro dovere tutelarli e visto che siamo abituati a lavorare con la massima trasparenza, dopo aver fatto tutti passaggi necessari per sbloccare lo stallo senza però trovare la collaborazione della controparte, ora vediamo come si comporteranno il sindaco Sala e il Comune di Milano: vorranno finalmente rispettare gli accordi contrattuali presi o preferiranno proseguire il discorso in tribunale? Sala fa tanto l’ambientalista, tra piste ciclabili e lotta alle auto, e poi non fa nulla per sbloccare il prolungamento della M1 che significherebbe più mobilità sostenibile, meno traffico e meno inquinamento. In pratica, fa l’opposto di quello che dice. Impiegare 9 anni per fare un chilometro e mezzo di galleria sembra una barzelletta, anche se purtroppo non lo è».
Il prolungamento della M1 era stato progetto in vista dell’Expo del 2015, ma lo stop ai lavori prima per inadempimento delle aziende vincitrici degli appalti poi per l’emergenza covid che ha costretto alla cassa integrazione le altre aziende subentrate nei cantiere, ha dilatato i tempi. Ora, un ulteriore problema, è dato dalle opere di superficie da realizzare per la stazione di Monza Bettola, per cui ancora non è stata trovata la quadratura del cerchio. «Il Comune di Sesto San Giovanni – proseguono dal Municipio -, in tutto ciò, sempre rispettando gli impegni economici presi nonostante la situazione di pre-dissesto causata dai buchi di bilancio ereditati, oltre ad aver coperto i 5 milioni di debiti fuori bilancio per il prolungamento della M1 ha anche versato quasi un milione al Comune di Milano per il completamento delle opere di superficie nel quartiere Restellone. Visti i continui stalli e le poche certezze fornite da Mm, il Comune di Sesto ha chiesto più volte di stralciare queste opere necessarie alla riattivazione della circolazione su viale Gramsci dal contratto di appalto generale per affidarle a terzi. Anche in questo caso solo promesse dalla controparte: prima si è parlato di settembre, poi di novembre e infine di dicembre. Nulla è cambiato».
Di Stefano ha poi concluso: «A inizio luglio abbiamo incontrato i cittadini del quartiere Restellone promettendo che entro fine mese avremmo approvato il progetto esecutivo per la riqualificazione dell’area interessata dagli scavi e così abbiamo fatto, mantenendo la parola data. Ora tocca a Comune di Milano e Mm fare lo stesso: si tratta di un’infrastruttura strategica per tutto il Nordmilano, che ha già ottenuto tutte le coperture economiche necessarie, e di un’importante arteria della nostra città che va riaperta il prima possibile. Ora basta con le prese in giro».
Il progetto di riqualificazione dell’area, fanno sapere dal Comune, prevede la riqualificazione del sistema viabilistico Gramsci-Pasolini-Gracchi-Buonarroti; la riqualificazione dell’area in prossimità della nuova fermata Restellone; la riqualificazione dell’area di largo Levrino che diventerà una piazza con arredi e pergolato; la realizzazione di un impianto di irrigazione; la predisposizione di cavidotti per il futuro impianto di videosorveglianza; la riqualificazione delle fermate del trasporto pubblico locale. A ultimazione delle opere (della durata di 6 mesi) è previsto inoltre il ripristino della rotatoria Casiraghi-Bellini.