Sesto, l’Ute resiste al covid con una rivoluzione tecnologica

Lezioni all'Ute di Sesto San Giovanni con applicazione dei protocolli anti covid-19

Sta finendo il primo trimestre di questo anno accademico dell’Università della Terza Età di Sesto San Giovanni, organizzata dai due comitati Lions cittadini, e l’Ute fa il punto della situazione. Nonostante il covid e le difficoltà informatiche di alcuni iscritti, i corsi non si sono mai fermati e nell’università è stata attuata una vera e propria rivoluzione tecnologica.

Sono stati infatti 21 i corsi svolti in videoconferenza e vi hanno preso parte una media di 400 allievi alla settimana in questi primi tre mesi. «Per l’Ute uno sforzo straordinario iniziato già quando ad ottobre era stato necessario adottare una serie di misure molto restrittive per permettere le lezioni in presenza», dichiarano il presidente Nino Berti e il rettore Claudio Gazzola.

In estate erano stati adeguati i locali della sede di via Risorgimento, con la segnaletica verticale ed orizzontale, i misuratori di temperatura, il controllo delle mascherine, i distributori di gel disinfettanti, il conteggio e la verifica tramite badge degli ingressi in ciascuna aula. In questa fase era stato siglato un accordo con l’Associazione dei Carabinieri che aiutava nel controllo. Inoltre era stato necessario ridurre seriamente il numero degli iscritti per rispettare il distanziamento, anche con conseguenze pesanti per il bilancio dell’Ute, che però ‘gode’ del il fatto che i dirigenti e i docenti sono tutti assolutamente volontari. Ma dopo solo qualche lezione la situazione del Covid era peggiorata e le lezioni in presenza vietate.

«A quel punto la Direzione ha deciso con un atto di coraggio di non interrompere i corsi, ma di continuare in videoconferenza. È stato un lavoro difficile e purtroppo non tutti i nostri allievi hanno a disposizione un computer. Ma la stragrande maggioranza ha imparato a collegarsi con i docenti che, o dalla sede dell’Ute o dalla loro casa, hanno continuato a svolgere le loro lezioni. Crediamo si tratti di una scelta che ribadisce il carattere della nostra Università che in questi decenni si è caratterizzata per essere una delle istituzioni culturali e sociali più attive e popolari in città».

Nei prossimi giorni finirà il primo trimestre e seguiranno il secondo e terzo, tutti articolati su 10 lezioni per materia di insegnamento. La scelta della Direzione è di valutare le decisioni del Governo e della Regione per decidere se riprendere le lezioni in presenza, mantenendo comunque la possibilità, per chi lo desidererà, di collegarsi in videoconferenza.