Ieri, le associazioni Ventimila Leghe e Aned avevano accolto con gioia la conclusione del contenzioso aperto con il Comune di Sesto San Giovanni da quando l’attuale amministrazione si è insediata: le sedi di via Giardini sarebbero rimaste ai rispettivi sodalizi fino almeno 2022 e 2023. Oggi il Comune, nella figura del consigliere comunale della lista Di Stefano e presidente della Commissione che si occupa di Demanio, Gianmaria Vinecelli, risponde alle associazioni di non cantar vittoria perché: «Fra qualche anno, le sedi verranno vendute». A patto che nel 2022 ci sia ancora una giunta guidata dall’attuale amministrazione.
Secondo l’amministrazione, le precedenti giunte avevano favorito «torbidamente» le associazioni, che si occupano di memoria storica e antifascismo, affitando loro gli spazi a prezzi fuori mercato e con contratti dal rinnovo tacito.
«Una premessa è d’obbligo – esordisce Vincelli -: i contratti rinnovati tacitamente sono inammissibili per la pubblica amministrazione. Lo dice la legge. Entrambe le associazioni di via Giardini però avevano sottoscritto locazioni commerciali rispettivamente nel 2004 (Aned) e nel 2005 (Ventimila Leghe) con durata di sei anni che venivano prorogate senza atti formali ed erano anche al di fuori dei prezzi di mercato.
Ricordiamo che Aned paga 680 euro all’anno, quando invece il valore locativo di mercato si aggira sui 7.600 euro; Ventimila Leghe paga 215 euro all’anno, a fronte di un valore di mercato dello spazio occupato di 1.450 euro. È evidente che entrambe le associazioni si siano fatte forti dell’inerzia delle precedenti amministrazioni, che anziché avvalersi della facoltà di disdetta hanno preferito usare il Comune per favorirle a prezzi completamente fuori mercato. Una gestione a dir poco opaca su cui fin dal nostro insediamento abbiamo deciso di mettere la parola fine.
Come già comunicato non è intenzione della nostra amministrazione rinnovare i contratti: le sedi in questione, inserite nel patrimonio dismissioni immobiliari, verranno vendute. Qualcuno ha sfruttato fin troppo le paludi torbide che si erano create e ora è costretto ad ammettere la sua sconfitta di fronte ai valori di legalità e trasparenza propri dell’amministrazione Di Stefano».