I numeri restano ancora bassi ma sono in crescita le quote delle donne ‘al comando’ sul luogo di lavoro. Secondo gli ultimi report internazionali pubblicati nel 2020, le aziende stanno cercando di infrangere gli ostacoli alla parità di genere nelle posizioni manageriali. Lo stesso andamento in lieve miglio- ramento si registra anche per le donne imprenditrici. Lo confermano i risultati del sondaggio del Gruppo Terziario Donna di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza.
Secondo questo rapporto, nel primo semestre 2020 sono complessivamente cresciute le imprese che contano donne protagoniste nelle cariche aziendali: sono 193 mila a Milano, 447 mila in Lombardia, + 2% nel capoluogo, + 1,2% in Regione. Ma si è poi registrata una recessione di questo trend, quando si è verificata l’emergenza covid. Una flessione che rischia di accrescere le disuguaglianze conosciute ben prima del lockdown. A livello internazionale, come conferma la ricerca, il settore dei servizi vede le donne prime vittime di possibili tagli. Proprio sulla fatica delle imprenditrici al tempo del covid, il gruppo Terziario Donna di Con- fcommercio ha avviato il percorso di formazione online ‘In viaggio verso la leadership’. Ne è emerso che il 75% delle donne ritiene sia meglio essere dipendenti.
Secondo le 258 imprenditrici che hanno risposto, questo momento di emergenza sanitaria coincide con grosse difficoltà sul lavoro. L’88% registra nel 2020 un calo di fatturato e il 60% ritiene che il benessere psicofisico sia diminuito (stabile per il 32%). Restano incerte le prospettive 2021 per il 62% delle donne imprenditrici. Il 20% pensa che peggioreranno ul- teriormente. Di fronte all’incertezza che sta vivendo l’imprenditrice (nel 75% dei casi appunto), in questo momento preferirebbe essere una dipendente. A essere più ottimiste sono le donne imprenditrici che hanno operato in smart working. Lo smart working ha migliorato la vita delle donne? Sì per il 69% di chi l’ha adottato, no per il 57% di chi non ha potuto. Le prospettive per il 2021, inf ine, sono equilibrate per chi ha effettuato lo smart working, molto più che per le altre imprenditrici.