Con una pandemia in corso che dà sintomi simili a quelli di un’influenza, quest’anno più che mai si aspetta con una certa trepidazione il momento in cui saranno disponibili le dosi del vaccino antinfluenzale. Da disposizioni ministeriali il periodo di vaccinazione comincia dal 12 di ottobre fino a gennaio, ma il Comune di Milano denuncia ritardi e poca efficienza nel reperire le dosi del vaccino da parte di Regione Lombardia (incaricata di acquistarle).
«La Regione Lombardia non dà i vaccini al Comune di Milano – denuncia il vicesindaco del capoluogo meneghino, Anna Scavuzzo -. Regione Lombardia ammette di non poter affrontare una vaccinazione massiccia della popolazione perché non ha abbastanza dosi di vaccino. E questo dopo settimane di incontri, approfondimenti, bozze di accordi e richieste di disponibilità che hanno visto il Comune di Milano attivamente coinvolto nel proporre la vaccinazione anti influenzale al più alto numero possibile di milanesi, coinvolgendo anche tutti i propri lavoratori e lavoratrici. Ora la Regione scrive addirittura al Comune di Milano di procedere con strutture private per l’approvvigionamento, come se non sapesse che da mesi le Regioni hanno la priorità e che il problema vero è che Regione Lombardia è in gravissimo ritardo, in difficoltà a reperire sul mercato coperture per le categorie ad alto rischio per età e patologia, figurarsi per il resto della popolazione». E si rivolge poi direttamente all’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera: «Ci dia numeri assoluti e non le sue interpretazioni: quante persone siete tenuti a vaccinare perché anziane o fragili o sotto i sei anni e quanti vaccini avete? Riuscirete a far vaccinare anche i bambini sopra i 6 anni? E tutti noi, che non siamo bambini, anziani o malati? Oppure del resto della popolazione avete deciso di non preoccuparvene?».
La replica dell’assessore Gallera
L’assessore al Welfare di Regione ha replicato in modo piccato al vicesindaco: «Abbiamo acquistato l’80 per cento delle dosi in più rispetto allo scorso anno che ci permetteranno di vaccinare in tempi utili le persone fragili, gli over 60, le donne gravide, gli operatori sanitari e i bambini. Per gli altri cittadini, il problema dell’approvvigionamento è nazionale. Una volta esaurito il proprio ruolo istituzionale nei confronti della popolazione target come già d’accordo, metteremo a disposizione le dosi vaccinali rimanenti delle farmacie. Nonché dei cittadini non compresi nelle categorie di cui sopra. Con la formula del co-pagamento. Come avvenuto negli anni scorsi»