Questa mattina la pista ciclabile che collega il centro di Milano a Sesto Marelli è ufficialmente terminata. La ciclopista parte da San Babila, arriva a Loreto, percorre tutto il (trafficatissimo) viale Monza e conclude la sua corsa alle porte dell’hinterland: Sesto Marelli. Sei chilometri di tracciato che hanno sollevato non poche polemiche, soprattutto da parte dell’amministrazione comunale sestese, che si è sempre dichiarata contraria al progetto che avrebbe calcato il suolo cittadino.
Alla vigilia dell’arrivo in città della ciclabile, l’assessore sestese all’Edilizia, Antonio Lamiranda, continua a ribadire la sua contrarietà alla pista: «Pur non condividendo il tipo di intervento e soprattutto le modalità di realizzazione ritenuta, non solo dall’amministrazione, ma anche dalla struttura tecnica del comune molto pericolosa, con senso di responsabilità, procederemo a raccordare la corsia ciclabile dal confine milanese fino al semaforo che regola l’incrocio fra viale Edison e via Fiume.
Facciamo questo per manlevare l’Ente da responsabilità derivante dall’avere sul tratto terminale di viale Monza, in territorio sestese, due corsie di marcia, in ogni senso, che impatterebbero con la corsia ciclabile e metterebbero a rischio l’incolumità dei ciclisti. Inoltre così riusciamo a regolare i flussi di marcia per dare quei secondi sufficienti ai ciclisti per impegnare l’incrocio e la direzione di marcia prima delle vetture in ripartenza senza dover riprogrammare l’impianto semaforico e garantire un minimo di sicurezza negli attraversamenti.
Questo non mi esime dall’affermare che è vergognosa la condotta del sindaco di Milano Giuseppe Sala, anche quale sindaco di Città Metropolitana, che realizza un progetto di ciclabile intercomunale dall’alto senza concordalo con gli enti interessati e non preoccupandosi di come quel progetto possa essere raccordato sulla viabilità sestese. Un grande gesto di irresponsabilità e di arroganza. Con questo gesto vogliamo dimostrare che non siamo assolutamente contrari alle piste ciclabili, anzi tutt’altro, ma soprattutto che siamo molto responsabili verso l’incolumità dei ciclisti cosa che non dimostra l’amministrazione meneghina».