«A ottobre del 2019 denunciavamo con un post il grave stato di abbandono dell’area della Bergamella che confina con Milano sulla via Adriano, a oggi, dopo quasi un anno, la situazione è anche peggiorata», inizia così una lunga nota, corredata di foto, con la quale l’associazione sestese Sottocorno denuncia lo stato di «poca cura» del Parco Bergamella.
«Mentre abbiamo visto posare la nuova stradina di connessione sull’area del comune di Milano (zona laghetto degli orti), appena varcato il confine comunale inizia il degrado: strade in terra battuta, erbacce che riducono il percorso e in generale sul percorso ciclo pedonale (se così si può definire) un abbandono – continuano i volontari -.
«Intorno alla Terrazza Bottoni è da due anni che non viene eseguito uno sfalcio d’erba su tutta l’area di confine con il comune di Milano. L’erba e gli arbusti sono arrivati in alcuni punti ad essere alti un metro e ottanta centimetri, rendendo l’area perfetta per la riproduzione e la protezione di alcuni animali selvatici che hanno trovato casa in quest’area. Ma facendo anche proliferare zecche, zanzare insetti vari e rendendo praticamente impossibile anche solo l’attraversamento pedonale sulle stradine in terra battuta che consentivano di andare da Cascina Gatti al quartiere Adriano.
Stiamo parlando proprio di quell’area che andrebbe bonificata prima di costruire la terrazza come porta d’ingresso al Parco Media Valle del Lambro, e che invece nel 2020 si presenta in questo modo (ormai da un decennio).
Ribadiamo che il parco (rurale) non può essere gestito e considerato come un giardino presente in città, è ormai da anni parte integrante del parco regionale PMVL, la gestione e la cura del verde e della sicurezza devono necessariamente assumere connotati differenti. Non è più accettabile che alcune aree non ricevano i necessari sfalci, né che vengano eseguiti a mesi o anni di distanza rispetto ad aree di non competenza comunale, come non è concepibile che ad oggi non si sia definito un piano serio per la piantumazione di alberi autoctoni oltre a non prevedere una gestione uniforme per la manutenzione e la sicurezza dell’area interessata», concludono i volontari di Sottocorno.