A una settimana dell’inizio della cantierizzazione, con in mezzo una nuova esondazione del Seveso, non si fermano le polemiche sulla realizzazione della vasca nel Parco Nord.
«Rappresenta una grave minaccia per la nostra salute e per l’ecosistema – dichiarano dal Comitato No Vasca -. Comune di Milano e Regione Lombardia hanno ignorato i nostri numerosi appelli volti a salvaguardare la nostra salute e a tutelare un’area di parco regionale protetta». La denuncia del Comitato prosegue: «Un’area dove vivono anche numerosissime specie animali che rischiano di morire con l’abbattimento del verde. Questo non è bastato a fermare questo progetto nemmeno le 3mila firme raccolte, di persone contrarie alla costruzione della vasca nel parco. Ricordiamo che il progetto iniziale delle vasche di laminazione, già obsoleto quando è stato proposto da Aipo nel 2011, prevedeva la costruzione di quattro grandi vasche a monte, tutti impianti non ancora realizzati e in gran parte non previsti a breve, a cui nel 2014 è stato aggiunto il progetto della vasca nel Parco Nord (Metropolitana Milanese), fortemente impattante sul territorio, ma molto più piccola delle altre a monte (la vasca di Milano coprirà solo il 5 per cento del volume complessivo)».
E proprio l’esondazione tra giovedì e venerdì ha riacceso il dibattito tra Comune di Bresso e Milano: «Gli allagamenti nel quartiere di Niguarda sono dovuti alla mancata separazione delle acque piovane: per evitare future esondazioni e allagamenti sarebbe molto più utile raccogliere l’acqua piovana e rendere il suolo più filtrante. In che modo? Semplicemente applicando le misure di invarianza idraulica, piuttosto che cementificare 4 ettari di suolo filtrante per realizzare una vasca di acque inquinatissime. Questa impermeabilizzazione del suolo va contro il regolamento regionale numero 7 del 2017. Altra cosa importante, da non sottovalutare, è mantenere costantemente pulito l’alveo del Seveso e bonificare le acque intervenendo sui circa 1.400 scarichi abusivi. Non dimentichiamo che la Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto dei cittadini bressesi di opporsi a un progetto la cui valutazione di impatto ambientale non contempla il tema salute e che, attualmente, restano pendenti ancora dei ricorsi».
«Va detto – concludono -, infine, che anche l’Unione Europea negli anni scorsi ha chiesto chiarimenti a Comune di Milano e Regione Lombardia in merito a questo progetto senza ottenere alcuna risposta, riconoscendo le nostre preoccupazioni sulle conseguenze ambientali e sanitarie che la vasca comporterebbe se venisse realizzata. Come è possibile iniziare un cantiere del genere in un periodo di grave emergenza sanitaria dovuta al Covid- 19, senza sottoporre il progetto ad ulteriori studi per escludere tutti i possibili rischi per la nostra salute, intervenendo addirittura sull’impianto fognario, possibile veicolo di diffusione del virus, con lavori non previsti nel progetto? Perché Comune di Milano e Regione Lombardia non rispondono alle questioni sollevate dai cittadini e sostenute dall’Unione Europea? Perché non si sono presi in considerazione i progetti alternativi- meno costosi, più moderni, meno impattanti- come richiesto in diverse sedi dai cittadini e comitati contrari alla costruzione della vasca? La vasca di laminazione nel Parco Nord non sarà un laghetto con anessa area ricreativa come vogliono farci credere, sarà solamente una pericolosissima voragine di cemento, della profondità di 10 metri, che conterrà acque inquinate».