L’Università degli Studi di Milano ricorda Giulio Giorello, con le parole del rettore Elio Franzini e ripercorrendo i suoi studi e interessi. Filosfofo, matematico e docente di Filosofia della Scienza presso l’Università Statale di Milano, è scomparso il 15 giugno per coronavirus.
Classe 1945, aveva conseguito ben due lauree presso l’Ateneo milanese: la prima, in Filosofia, nel 1968, allievo di Ludovico Geymonat, e la seconda, in Matematica, nel 1971.
Docente anche presso le Facoltà di Ingegneria di Pavia, di Scienze Fisiche e Matematiche di Catania, di Scienze Fisiche dell’Università dell’Insubria – Sede di Como e al Politecnico di Milano, è nel suo Ateneo di formazione che porta avanti a lungo la sua attività di didattica e ricerca, associando all’attività accademica quella di direttore della collana Scienza e Idee di Raffaello Cortina Editore e di editorialista del Corriere della Sera. Il professor Giorello ha anche ricoperto l’incarico di Presidente della Società di Logica e Filosofia delle Scienze.
Tra i suoi principali interessi di ricerca: lo studio dell’epistemologia nel suo sviluppo storico, in particolare nei Paesi di lingua anglosassone e in Francia, la Filosofia della matematica e la Filosofia della probabilità, i rapporti tra scienze, mitologie e religioni con attenzione specifica alla Storia del protestantesimo, in particolare in Gran Bretagna, in Irlanda e negli USA. Su questo tema, in particolare, si è interessato ai rapporti tra libertà di ricerca e protestantesimo radicale nelle isole atlantiche e nelle colonie americane di lingua inglese.
Profondo conoscitore di Baruch Spinoza, John Stuart Mill e Karl Popper, Giulio Giorello ha approfondito, in particolare, quegli aspetti tecnici e filosofici della prospettiva neoutilitarista ripresa, nella seconda metà del Novecento, dal premio Nobel J.C. Harsanyi, anche alla luce della concezione soggettivistica delle probabilità, rifondata in Italia dal matematico Bruno de Finetti.
Era una persona libera e fuori dagli schemi, capace di coniugare una profonda analisi degli aspetti metodologici della scienza con le passioni che derivavano dalle battaglie civili e da un culto quasi anarchico per la libertà, commenta il rettore Elio Franzini, docente di Estetica e a lungo collega.