Da Sesto San Giovanni a Milano, da Roberto di Stefano a Beppe Sala: alla notizia che non sarebbero stati convocati agli Stati Generali in corso questi giorni a Roma, i sindaci hanno alzato la voce esprimendo il loro dissenso.
«Ancora una volta Conte si è dimenticato dei Comuni e non ha invitato i sindaci, nonostante il nostro enorme lavoro in questi mesi di emergenza in cui siamo stati vere e proprie sentinelle sul territorio sopperendo alle lacune di un governo in totale confusione. Noi sindaci siamo il primo punto di riferimento per i cittadini, più di tutti ne conosciamo le esigenze ed è per questo che le nostre idee e le nostri visioni dovrebbero sempre essere prese in considerazione. Come si fa a immaginare una vera ripartenza senza considerare i Comuni? Per ringraziarci sapete quante risorse sono entrate finora nelle nostre casse per aiutarci nella ripartenza? zero. Dove sono i famosi 3 miliardi annunciati», ha commentato il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano.
Toni più pacati quelli del sindaco di Milano Beppe Sala, anche lui però critico sulla decisione del governo di convocare ‘solo’ il sindaco di Bari Antonio De Caro, presidente dell’Anci: «Personalmente non chiedo di partecipare, mi sentirei ben rappresentato dal presidente dell’Associazione dei Comuni: Decaro. Questo perché il punto non è portare gli interessi di Milano a quel tavolo ma l’esperienza dei sindaci su infrastrutture, ambiente, politiche sociali. Nella mia esperienza perché gli Stati Generali funzionino è fondamentale che chi li convoca (in questo caso il Premier) abbia una piattaforma ben definita da sottoporre alla critica dei partecipanti, altrimenti si rischia il brainstorming infruttuoso». E sull’utilità dell’iniziativa il sindaco di Milano sospende il giudizio: «Lo vedremo a lavori completati», afferma.