Enpa Milano, salvati animali in fin di vita: «ma serve sostegno dal Comune»

gatto

Tanti gli interventi che in questi giorni sta portando a termine Enpa Milano, l’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali. Alcuni volatili salvati sono stati trovati tra i rifuti abbandonati, altri erano caduti dai tralicci a causa dei forti temporali dei giorni scorsi.

Tra i soccorsi che l’associazione milanese ha prestato in città, c’è stato il caso di un airone cenerino in difficoltà in un parco di Milano, ma anche quello di due anatroccoli recuperati in un giardino privato. Poi un gattino in fin di vita in un parcheggio condominiale. Gli animali sono stati trovati, in circostante differenti, da alcuni cittadini che li hanno recuperati e portati presso la sede Enpa.

«Gesti che denotano una sempre maggior sensibilità verso il mondo degli animali, in costante aumento – ha sottolineato l’associazione -. Enpa Milano spesso è costretta a mettere in atto interventi che dovrebbero essere garantiti dagli enti pubblici, ma purtroppo spesso questo non avviene perché il soccorso degli animali in difficoltà non viene ancora visto come una priorità. Per questo facciamo tutto il possibile per intervenire e soccorrere. Un’attività dispendiosa in termini di risorse umane e di denaro».

«In questo periodo abbiamo come tanti, moltissime difficoltà a livello economico – aggiunge Ermanno Giudici, presidente Enpa Milano -. Anche per questo motivo abbiamo scritto al sindaco del Comune di Milano e all’assessore con delega alle Politiche per la tutela e difesa degli animali, oltre che ai garanti degli animali del Comune di Milano, segnalando questa problematicità e chiedendo un sostegno economico».

«Aspettiamo con ansia la risposta, fino ad oggi non pervenuta, per sapere se il Comune intenda offrirci un supporto – continua Giudici -. Se dovessimo prendere la decisione di ridurre i nostri servizi, non riuscendo a sopportare i costi, ci chiediamo chi si occuperà degli animali in difficoltà e dove i cittadini porteranno gli animali recuperati? Noi faremo il possibile per continuare a lavorare per 15 ore al giorno, durante l’arco di tutto l’anno, ma abbiamo necessità di far quadrare anche i conti».