Una mozione urgente presentata al consiglio regionale della Lombardia da Claudia Carzeri, consigliere di Forza Italia, per il rimpatrio degli italiani rimasti bloccati all’estero durante questa emergenza coronavirus.
«Dopo oltre 2 mesi dall’inizio della pandemia di Covid-19 sono più di 7.000 gli italiani ancora bloccati all’estero – dice Carzeri, che è anche presidente della V Commissione per territorio, trasporti ed infrastrutture -. In particolare, centinaia di italiani (di cui 118 si sono attivati sul gruppo Facebook ‘Italiani bloccati a Cuba’), prima della chiusura dei confini, erano volati a Cuba per motivi di lavoro o di svago e sono ancora impossibilitati a rimpatriare».
«Sono ancora troppi i nostri connazionali bloccati in altri Stati, separati dai loro affetti e senza certezze su quando potranno rientrare, con evidenti problemi economici dati dal prolungamento forzato della loro permanenza all’estero».
«I voli, già pagati e programmati per il rientro in Italia – prosegue Carzeri – sono stati perlopiù cancellati, senza che venisse rimborsato il prezzo pagato per il volo. Ho seguito in prima persona la situazione degli italiani bloccati a Cuba: l’unico volo promosso dall’Ambasciata italiana a Cuba era programmato per il 30 aprile scorso ed organizzato da un tour operator messicano, ma con condizioni di viaggio insolite ed insostenibili: il costo del biglietto, pari a 1.800 euro, poteva esser sostenuto solo tramite bonifico bancario o con ricarica ad una carta prepagata. Una procedura assai onerosa e che non garantiva un vero viaggio di rimpatrio».
La mozione chiede il presidente Attilio Fontana e la Giunta Regionale a farsi portavoce presso il Governo, e in particolare con il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, affinché l’Italia faccia ricorso ai fondi europei messi a disposizione per il rimpatrio dei connazionali.
«Il Ministro Di Maio – chiarisce Carzeri – non si è espresso sulle varie vicende dei nostri connazionali all’estero, soprattutto su quelli cubani che, nonostante la collaborazione abbia portato qui in Lombardia dei medici, non sia stato in grado di far rientrare gli italiani. Il Ministro non ha nemmeno utilizzato i fondi a disposizione, come fatto bene dai suoi colleghi europei, per coprire il 75% dei costi dei viaggi di rientro».
«Altri Paesi – conclude Carzeri – anche grazie a questi fondi, sono stati molto più preparati e convinti nel raggiungere l’obiettivo: aiutare i propri cittadini senza lasciarli soli in balia di una crisi mondiale. Infatti, con tale sistema, riferisce la stampa, sono rientrati in patria 30.000 tedeschi, 3.400 spagnoli, 2.257 austriaci e 2.470 belgi ma solo 1.000 italiani».