Si riparte con gli allenamenti, il 18 maggio. Al cuore non si comanda, pardon, al calcio non si comanda. D’altronde è un carrozzone che genera quasi 5 miliardi di euro di fatturato con un Pil che sfiora il 12%, del totale calcistico del Pianeta. Insomma, la cosiddetta ‘gallina dalle uova d’oro’ per l’economia italiana e il fisco che intasca 1,2 miliardi di euro.
Dunque si comincia con la nuova preparazione per poi iniziare, non si sa ancora quando e terminare a luglio le diverse competizioni calcistiche: Campionato, Coppe Europee e Coppa Italia, il tutto senza pubblico. Sarà la stessa cosa di una normale competizione sportiva? Quali vantaggi e svantaggi per i calciatori, fermi oramai da molto tempo? Tornare sui campi da gioco con una serie di partite, soprattutto per le squadre impegnate su più fronti è un bene o un male?
Molti i tifosi, contrari alla ripartenza, ma alla terza industria italiana questo non interessa, così come l’idea di qualche scienziato di non riprendere. A fermarsi, invece, senza troppi indugi le federazioni di Rugby, Basket e Volley. Adesso si attendono i calendari e i certificati di sana e robusta costituzione, come si diceva una volta e poi via, sperando che nessun calciatore risulti positivo… altrimenti, nuovo stop?
Giuseppe Lago