Quale strada percorrere per la riapertura? In tanti se lo chiedono, ognuno dice la sua. Venti regioni, molti modi di pensare. La solidarietà è roba di altri tempi. Ci sono zone ancora a rischio, così dicono gli esperti.
Ripartire, sì, ma con la massima attenzione, senza passi falsi, sarebbe un suicidio. C’è chi parla di una convivenza con il virus, almeno ancora per molti mesi, estate compresa. L’unica certezza è che le nostre abitudini, anche se un po’ di gavetta la stiamo facendo rimanendo a casa, dovranno cambiare radicalmente, rimodulare il tutto.
Ancora non abbiamo nessuna protezione farmacologica, nessun vaccino. Riaprire i cancelli non significa, poi, essere liberi completamente di fare, andare, abbracciare, questo finché ci sarà il nemico. L’attacco invisibile continua anche se meno virulento dell’inizio.
Mascherine, guanti e tanta igiene le uniche armi che abbiamo per difenderci, almeno per il momento. Continuare a muoversi, così come lo si fa adesso, mantenendo le distanze. Soltanto la prevenzione, potrà renderci nel tempo ancora più liberi. Dipende soltanto da noi, il buon senso, sempre!
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani