Resta alta la tensione tra alcune forze politiche e sociali e Regione Lombardia. Le Sardine, in particolare, in questi giorni hanno attaccato l’operato della Regione riguardo alla gestione dell’emergenza coronavirus. Sulla loro pagina Facebook, il gruppo nato in seguito al flash mob di Bologna ha espresso il suo punto di vista.
«Ora si scopre che quel modello lombardo sta mostrando tutta la sua fragilità – scrivono in una nota – Non sono gli ideologismi a dirlo, ma i fatti. Negli ultimi 15 anni infatti, fino al 10% del budget complessivo regionale, prelevato dalla fiscalità, è stato investito come tornaconto alle aziende sanitarie private, senza produrre servizio sanitario. Nessuno si vanterebbe di tutto questo in termini di efficienza ed eccellenza della sanità lombarda».
«In aggiunta – proseguono – la riforma del Sistema Sanitario lombardo si è dimenticata di creare i presidi ospedalieri di prossimità, che sarebbero stati in questa crisi lo snodo principale per offrire al territorio la miglior risposta all’emergenza. Da un lato, la collaborazione dei tanti medici di base, dall’altro, si sarebbero liberati i presidi d’urgenza».
Il movimento solleva anche la questione relativa alla disponibilità delle mascherine protettive. «La giunta Fontana ha scritto un’ordinanza che imponeva a tutti i lombardi di avere delle mascherine, proprio nel momento di massima crisi di reperibilità delle mascherine. Sono venuti meno i dispositivi nei luoghi più interessati a fronteggiare l’emergenza, come gli ospedali o le Rsa».
E concludono: «Di solito su questi dettagli si tende a chiudere un occhio in tempo di crisi, ma per troppo tempo la sanità lombarda è stata presentata come modello, per anni si è insistito sull’autonomia differenziata con la A maiuscola e si è pure fatta continua polemica con il Governo in un momento in cui nessun amministratore con un minimo di serietà avrebbe rinunciato al principio di ‘leale collaborazione’ con le istituzioni statali. Forse è il caso che da qualche parte venga fatto notare che ci sono già diversi elementi che non quadrano in questo modello. È chiaro che Regione Lombardia oggi mostra i limiti di un sistema sia nell’efficienza che nell’efficacia. Ha perso la rotta e l’obbiettivo ultimo dello Stato e delle amministrazioni: prendersi cura delle persone».