Dal Nordmilano è arrivata la risposta, nelle scorse ore, al decreto con cui il Governo ha anticipato 4,3 milioni di euro ai Comuni, uniti ad altri 400 milioni, per andare incontro alle persone in difficoltà.
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, nel suo intervento, aveva definito i sindaci come le prime ‘sentinelle’ del Governo sul territorio. «Non siamo sentinelle, noi sindaci siamo in campo in prima linea – ha dichiarato il primo cittadino di Cinisello Balsamo Giacomo Ghilardi -. Lo facciamo mossi dall’amore per le nostre comunità, instancabilmente; e non ci facciamo intimidire dalle patate bollenti che il governo ci scarica addosso da inizio emergenza. Ma, oltre ai compiti, il Governo ci deve dare gli strumenti e le risorse. Seppur non sappiamo ancora quanto arriverà al nostro Comune, va da sé che non possiamo pensare che questo intervento risolva i problemi».
Dello stesso avviso anche il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano: «I sestesi devono sapere che i 4 miliardi e 300 milioni annunciati ieri sera dal premier Conte non sono soldi che lo Stato dà ai Comuni, ma sono l’anticipo di quello che lo Stato deve già ai Comuni per il Fondo di Solidarietà comunale: ci stanno facendo l’elemosina coi nostri soldi. Mi sono confrontato con i colleghi sindaci del Nordmilano e ci chiediamo: come verranno ripartiti questi soldi? Come al solito il premier Conte ha fatto il tradizionale annuncio in tv senza entrare nel merito della questione e soprattutto senza dare indicazioni chiare ai sindaci e ai cittadini. Se tocca al Comune individuare la platea dei beneficiari, applicando i criteri definiti a livello nazionale, i cittadini che non hanno fatto mai l’Isee come dovranno comportarsi? I Caf sono chiusi, gli uffici funzionano solo online, come dovranno fare a presentare la domanda? A noi servono fondi per erogare servizi, non che il governo giochi a fare lo scaricabarile».
«Come Sindaci ci sentiamo presi in giro – aggiunge il sindaco di Cologno Monzese Angelo Rocchi -. Inoltre, l’anticipo sul fondo di solidarietà comunale di 2/3 mesi rispetto a quando programmato, non cambia nulla a un Comune virtuoso come il nostro. La manovra dell’anticipo, è fatta chiaramente per aiutare esclusivamente i Comuni in dissesto. E poi ancora i tanto decantati fondi della Protezione Civile che saranno trasformati in buoni spesa senza che sia chiaro come verranno ripartiti tra i quasi 8000 comuni italiani. Insomma pannicelli caldi, ben poco efficaci nella cura di una crisi di queste dimensioni. Il Governo non tiene neppure in considerazione l’incidenza dei contagi ma valuta solo parametri, come il numero dei residenti, che in questo momento non rappresentano minimamente il bisogno sociale che stiamo vivendo. Oltretutto il governo ha scaricato sui comuni l’onere di individuare le famiglie destinatarie dei contributi, in un momento in cui sono attivi solo gli uffici comunali essenziali e i dipendenti sono sotto pressione per far fronte all’emergenza. È la solita solfa. Noi sindaci siamo abbandonati a noi stessi e come al solito ci viene chiesto di cavarcela da soli, anche in questo particolare frangente della storia. Da soli ad affrontate un’emergenza che non ha precedenti, se non nei ricordi di chi ha combattuto e vissuto la guerra».