«Questi dati non rappresentano le nuove infezioni, ma le nuove diagnosi di Coronavirus. Ad essere aumentate sono quindi queste ultime, e non i contagi». Lo ha spiegato Carlo Federico Perno, professore dell’Università di Milano e direttore del dipartimento di Analisi chimico cliniche e microbiologia dell’ospedale Niguarda di Milano. Il professor Perno ha fatto il punto sui contagi insieme all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.
A proposito del trend negativo di nuovo in aumento, il medico ha voluto chiarire che ciò non risponde necessariamente a un diffondersi più incalzante del virus. «A essere aumentata non è quindi la percentuale di positivi al Covid – ribadisce – Piuttosto, è aumentato il numero di tamponi eseguiti. E ciò è confermato anche dagli accessi ai pronto soccorso lombardi, che non sono aumentati. I dati vanno letti nella loro interezza. Inoltre, anche il numero dei guariti sta aumentando». Nella giornata di giovedì infatti i dimessi sono stati 1.501 in più rispetto al giorno precedente.
Al di là dei numeri quindi c’è altro. «Stiamo cercando di capire cosa avviene nella popolazione e cosa accade sul territorio. Bisogna ragionare sul fatto che stiamo andando a prendere quelle persone che non sarebbero state diagnosticate, perché asintomatiche. Quindi ritengo che un cauto ottimismo ci possa essere».
Sulla questione tamponi, Perno e Gallera hanno puntualizzato che si tratta di un dato che incide sullo sviluppo del trend. Negli ultimi giorni sono stati previsti più tamponi e quindi, di conseguenza, emergono più contagi. «Fino al 26 febbraio – ricorda l’assessore – abbiamo fatto tamponi a tappeto, e li prevedevamo per chi avesse avuto contatti con persone positive. Poi ci è stato chiesto di farlo solo ai sintomatici. Da alcun giorni, sul comparto sanitario li abbiamo introdotti per chi manifesta temperature superiori a 37,5». I tamponi verranno introdotti inoltre per persone che verranno indicate dai medici di medicina generale, perché con patologie specifiche. «La strategia è quella di considerare tutti i raffreddori potenzialmente Covid positivi».