Non si placa la polemica a Cinisello Balsamo tra l’amministrazione comunale e le Rappresentanze Sindacali Unitarie (Rsu) dei dipendenti comunali. La contesa è nata la scorsa settimana, dopo che due dipendenti comunali sono risultati positivi al Coronavirus, con la diretta conseguenza che metà del corpo di polizia locale (che aveva avuto contatti diretti con uno dei due) è stato messo in quarantena.
«I vertici della nostra amministrazione – denunciano dalle Rsu – devono pensare anche a salvaguardare la salute e l’incolumità dei propri lavoratori e, di riflesso, di tutta la cittadinanza, e non approfittare di questa grave situazione per strumentalizzare i fatti a fini politici».
«Nonostante siano stati rispettati tutti i dettami previsti, i rappresentanti sindacali del Comune di Cinisello Balsamo hanno richiesto formalmente la chiusura completa del Corpo di Polizia Locale, pur consapevoli del servizio essenziale che devono svolgere in questo momento di estrema emergenza», aveva immediatamente spiegato il sindaco di Cinisello Balsamo Giacomo Ghilardi.
L’amminsitrazione aveva inoltre comunicato, lo scorso 16 marzo, di aver immediatamente effettuato la sanificazione completa dei locali del comando della Polizia Locale comprensiva delle autovetture. «Sin dall’inizio della crisi, il personale della polizia locale, che svolge un servizio pubblico essenziale, è stato dotato di dispositivi di protezione individuale, sia nelle forme delle mascherine FFP3 o FFP2 o FFP1 che di quelle chirurgiche, come previsto dai protocolli di sicurezza, oltre ai guanti in lattice».
Dichiarazioni a cui le Rsu hanno immediata replicato:«Qualcuno si vanta di aver fatto tutto per garantire la sicurezza – denunciano dalle Rsu – I fatti sono diversi. Mascherine protettive FFP2 per le polveri (non FFP3, mai viste) arrivate tardi e in numero insufficiente tanto da doverne centellinare l’utilizzo, mascherine chirurgiche arrivate ancora più tardi, costringendo i lavoratori, nel periodo antecedente, a svolgere il servizio senza guanti monouso, arrivati solo negli scorsi giorni e reperiti precedentemente per iniziativa del responsabile dell’ufficio, acquistandoli al supermercato. E che dire della sanificazione dei locali e dei mezzi? Effettuata mercoledì 18 marzo a quasi un mese dall’inizio di questa emergenza e, dopo, a tre giorni dall’emergere del caso positivo, consentendo al personale nel frattempo, senza nessuna avvertenza e disposizione, di accedere in comando e utilizzare i mezzi come se nulla fosse stato».
Dal confronto del Comune con i vertici di Prefettura, Regione Lombardia e forze dell’ordine era comunque emerso che non ricorrevano le condizioni per la chiusura dell’intero comando. Motivo per il quale, anche nel fine settimana, i vigili hanno regolarmente svolto il loro lavro sul territorio. Ma sul banco degli imputati, per le Rsu, è finito anche il protocollo attivato dopo l’individuazione dei due casi: «Nessuna informazione: la lista dei contatti stretti è stata calata dall’alto, senza verificare e informarsi con i dipendenti se avessero avuto contatti diretti, senza svolgere quelle interviste che sono previste dai protocolli sanitari.Proprio secondo le indicazioni dei protocolli sanitari, in caso di contatti stretti con persone positive e in assenza di quarantena disposta da Ats sentito il datore di lavoro, il dipendente come anche ogni cittadino, ha l’obbligo di informare il proprio medico curante e attenersi alle disposizioni. Risultato? Sindaco e Vicesindaco accusano le Rappresentanze Sindacali di aver invitato i lavoratori a mettersi in malattia, non comprendendo la gravità della situazione e il significato del comunicato inviato a tutti i lavoratori da Rsu e Rls».
Un braccio di ferro destinato a proseguire anche nei prossimi giorni: «Risulta evidente a tutti che davanti a questa gravissima emergenza sanitaria le nostre Rsu e Rls hanno esercitato il loro sacrosanto diritto dovere di difendere la salute delle lavoratrici e lavoratori dell’Ente. Mentre Sindaco e Vice Sindaco erano impegnati ad attaccare e calunniare i Rappresentanti dei Lavoratori su Facebook, nessun tampone veniva effettuato ai dipendenti rimasti al lavorare in contatto diretto con la cittadinanza, allo sbaraglio, senza spiegazioni o supporto. Nonostante tutto, noi siamo ancora qui a lavorare, come ogni giorno, tra mille difficoltà, per garantire in sicurezza, il servizio a tutti i cittadini che hanno bisogno del nostro intervento», hanno concluso dalle Rsu.
Sulla questione nei giorni scorsi era intervenuto anche il vicesindaco di Cinisello Balsamo, Giuseppe Berlino, che ha anche la delega proprio alla polizia locale: «I sindacalisti del nostro, purtroppo non del tutto indenni da influenze politiche, ancora faticano ad accettare il cambio di guida politica avvenuto, trovando il modo per distinguersi negativamente. Sentirci accusati di atteggiamento incerto e di gravi scelte politiche, per aver messo in quarantena solo 30 dipendenti comunali, (tra cui 18 agenti di Polizia Locale), entrati in contatto con i due colleghi risultati positivi al Coronavirus, mentre a parer loro, avremmo dovuto mettere in quarantena tutti quanti, compreso l’intero comando di Polizia Locale. È davvero un comportamento inqualificabile ed irresponsabile. Ma non si limitano solo a questo, peggio ancora, invitano il personale rimasto in attività, a rivolgersi al proprio medico per considerare con lo stesso, possibili ipotesi di assenza dal sevizio in una sorta di autoquarantena. È davvero triste, constatare che, se da un lato c’è chi mette a repentaglio la propria salute con tanta generosità, dall’altro c’è, invece, chi invita i colleghi ad una forma di lotta sindacale per la tutela della propria salute, non degna oggi, dell’importante ruolo sociale ricoperto, ma paragonabile piuttosto al peggior atteggiamento del noto capitano della famosa nave incagliata tra gli scogli».
Berlino ha poi concluso: «Da chi indossa una divisa mi aspetto un atteggiamento responsabile ed un comportamento dignitoso e virtuoso, e sono convinto che il corpo di polizia locale cinisellese saprà dimostrare ancora una volta, ed ancor più in quest’occasione, il proprio valore e la consapevolezza del ruolo di pubblica utilità esercitato nell’interesse della nostra comunità».