Nell’ultima settimana, i sindaci di molti Comuni del Nordmilano, come Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Paderno Dugnano hanno emesso delle ordinanze che impongono la chiusura dei parchi e dei giardini cittadini per evitare assembramenti di persone. Andare a fare una passeggiata nel giardino sotto casa o andare a correre al parco non sono però attività vietate dall’ultimo decreto del Presidente del Consiglio in tema di coronavirus. Molti cittadini sono quindi rimasti spiazzati dal divieto imposto loro dai sindaci. Abbiamo chiesto al primo cittadino di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano, di spiegarci le motivazioni che hanno portato l’amministrazione a emettere questa ordinanza.
Sindaco, che cosa ha spinto il Comune di Sesto a chiudere parchi e giardini della città?
Nei primi giorni dall’entrata in vigore del Dcpm con tutte le restrizioni per evitare assembramenti, abbiamo notato che molti cittadini non avevano preso seriamente le regole. Soprattutto nei parchi, si formavano assembramenti di genitori con bambini e anziani. L’atmosfera ricordava quella dei giorni di vacanza ma questo è un atteggiamento pericoloso per tutta la comunità.
Il decreto firmato dal Presidente del Consiglio l’11 marzo non si esprime sulle aree verdi cittadine però
Mi aspettavo più restrizioni dal decreto infatti, lascia scoperti molti ambiti: in primis questo dei parchi e poi anche i mercati. In questi giorni abbiamo infatti dovuto emettere un ordinanza che vieta i mercati coperti e scoperti. Questi erano luogo di assembraggi per eccellenza ed è incredibile che nel decreto non ne fosse disposta la chiusura.
Anche a Milano hanno chiuso parchi e giardini recintati. A Sesto la chiusura viene applicata anche a quelli non recintati: come si fa a vietare l’entrata in aree verdi aperte?
L’ingresso nei parchi aperti non può essere vietato ‘fisicamente’. Ci sono però le volanti della polizia locale che passano a controllare. Nel momento in cui incontrano un cittadino che sta violando l’ordinanza possono punirlo secondo l’articolo 650 del codice penale, ovvero con l’arresto fino a tre mesi o con una multa fino a 206 euro.
Se secondo il Dpcm non è reato passare nei parchi o andare a correre però, ci saranno cittadini che continueranno a recarsi nei parchi…
Sì, sono infatti gli agenti della polizia locale a fare le dovute differenze, seguendo il buon senso: se incontrano nei parchi un gruppo di 3 o 4 persone che giocano a carte, chiacchierano o bivaccano verranno sicuramente sanzionati. Se invece incontrano il singolo che sta attraversando il parco per tornare a casa o andare a far la spesa o una corsetta veloce, entra in campo appunto il buon senso degli agenti che sanno cosa costituisce un comportamento pericoloso per la comunità al momento e cosa invece no.