Operaio di Sesto deceduto per tumore, la lettera dei compagni

Felice Dotti, ex operaio della Breda è morto il 31 dicembre, a soli 64 anni, per un tumore al polmone. Una vita di impegno lavorativo e politico ha portato i compagni di Felice a scrivere una lettera per salutarlo. Riceviamo e pubblichiamo:

«C’è una parola per chiamare Felice, una parola che amava, a cui rispondeva sorridendo: compagno. Significa ‘Colui che ha il pane in comune’, con altri. Ha lavorato per vivere, lontano da casa, ma il lavoro non è stato lo scopo della sua vita.

Perché ha lottato contro lo sfruttamento degli uomini e delle donne al lavoro, per difendere la propria salute, per affermare che nessun capitale vale quanto la vita e la dignità di una persona che lavora. Voleva che gli uomini e le donne che lavorano prendessero la vita nelle proprie mani, che fossero compagni, solidali tra loro e padroni della propria esistenza.

All’Ansaldo ha partecipato alla costituzione del Comitato contro il nucleare, in una fabbrica che costruiva centrali nucleari; alle lotte per la difesa della salute, e contro l’inquinamento, dentro e fuori la fabbrica; alla costituzione di un gruppo operaio, e di un sindacato di base, lo Slai-Cobas.

E, quando le cose finivano, anche con una sconfitta, ricominciava da quello che sapeva fare meglio: con pazienza, ostinazione e un po’ di ironia. Perché amava ridere in compagnia.
La sua vita è stato il pane diviso con i suoi simili, anche noi. Ne siamo orgogliosi e ti siamo riconoscenti. Ciao, compagno Felice».

I compagni di lavoro e di lotta