Apriamo la nostra rubrica con l’augurio di un buon 2020, anche se qualcuno potrebbe dire ‘Anno nuovo, storie vecchie’, almeno in Italia, dove tutto è rimasto tale e quale con i molteplici problemi, legati soprattutto al lavoro, ai difficili rapporti tra Stato e imprenditoria con regole e leggi obsolete.
Alitalia ha un nuovo commissario in attesa di una vendita, (con Pantalone pronto a pagare) mentre Arcelor Mittal, ex Ilva, almeno fino al 31 gennaio continua a produrre, poi chissà! Chi invece ha fiducia delle proprie istituzioni sono gli elvetici, almeno così sembra.
La politica Svizzera si fida talmente tanto dei propri servizi e strutture pubbliche da riconoscere in alcuni casi, dal 1° gennaio del 2020, l’orario di lavoro per chi viaggia in treno o bus per recarsi in ufficio, purché siano disponibili nel frattempo a essere operativi. Insomma, un tragitto al servizio dell’ente, in attesa di arrivare a destinazione con telefonate, e-mail e cose del genere.
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo invece cosa potrebbe accadere con i nostri mezzi pubblici soprattutto in alcune città. A malapena arriveremmo in tempo a destinazione per timbrare, andare al bagno, salutare e tornare a casa. Una sorta di uffici in carrozza, al freddo e spesso fermi tra i binari o nel traffico, naturalmente in piedi.
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani