«In questo momento a Sant’Eusebio ciò che si mette in luce non è il problema delle dipendenze come una questione sociale ma come una faccenda di sicurezza. Se si tratta in questo modo, si agisce da un punto di vista sbagliato, mettendo una pezza senza sradicare il problema e trovare strategie di lunga durata», parola di Veronica Salerio, presidente dell’associazione di promozione sociale Marse, nata oltre trent’anni fa proprio per contrastare il problema della droga e dello spaccio ‘dall’interno’.
Salvatore Bonanno, il fondatore dell’associazione, è una figura storica del rione. Tre decenni fa, Salvatore ha deciso di mettersi a servizio degli abitanti e creare uno sportello di ascolto e di indirizzamento per le persone con problemi di dipendenza o per i loro parenti.
Oggi gli utenti che si rivolgono a lui sono diminuiti: «Nell’ultimo anno si sono rivolti a me solo in5 o 6». È anche vero che adesso nel quartiere ci sono servizi utili e funzionanti, come il consultorio. Tuttavia, l’incursione dell’inviato di Striscia la notizia nei palazzi detti Cinque Torri mostra chiaramente che spaccio e droga sono ancora ben presenti nel quartiere. «Rispetto agli anni Ottanta la situazione è migliorata – continua Veronica -, ma soprattutto ora lo spaccio viene condotto in maniera più nascosta».
Il modo migliore per contrastare le attività illecite è la presenza di ‘alternative’ nel territorio. «Con le associazioni come Vibe e con alcuni singoli cittadini abbiamo provato a rimanere presenti nel quartiere con feste e attività. Ma ci sarebbe bisogno soprattutto di un percorso di reintegro e recupero per i giovani senza lavoro. In questo momento però non sono aperti né finanziamenti né bandi per questo tipo di progetti».