C’è stata molta polemica a Sesto San Giovanni nei giorni scorsi per l’organizzazione di una cena solidale in favore della Ong Mediterranea Saving Humans, da tempo impegnata a soccorrere i migranti che naufragano nel Mar Mediterraneo.
L’appuntamento si terrà il 27 novembre nell’oratorio sestese della parrocchia della Resurrezione. Un luogo che aveva sollevato i dubbi del primo cittadino Roberto Di Stefano: «Trovo assurdo che l’evento si svolga all’interno di un oratorio: è inconcepibile che la parrocchia presti il fianco a un’iniziativa politica e orientata a sinistra come fosse un centro sociale».
In una lettera indirizzata ai fedeli, don Donato Pastori ha provato a fare chiarezza sulla vicenda. «Quando mi è stato chiesto uno spazio per un evento di questo tipo mi sono interrogato se era bene o no concederlo – ha spiegato don Donato -. Prevedendo che potessero esserci dei problemi mi sono subito preoccupato di verificare se l’evento avesse qualche scopo di tipo politico ed ho chiesto, a chi mi aveva contattato, di farmi pervenire uno scritto in modo tale che le intenzioni degli organizzatori della cena fossero documentate».
Domanda posta agli organizzatori della serata, a cui è arrivata risposta al sacerdote: «Ciò che ho valutato allora – prosegue don Donato – è stato il senso della serata se avesse o no dei valori. Mi sono chiesto cosa fanno coloro che organizzano questo evento e mi sembra che essi aiutino chi salva delle vite che rischiano di annegare in mare. È sbagliato salvare la vita di chi annega? È sbagliato salvare la vita di chi sta morendo non solo in mare ma nei svariati modi che purtroppo la cronaca ci ripropone? Perché salvare chi annega è una scelta politica e salvare in altre occasioni è gesto umanitario?».
Interrogazioni di un sacerdote che ha cercato nel Vangelo, quello di Luca in maniera particolare, le sue risposte: «Qualcuno potrebbe obbiettare ‘ma non sono dei nostri?’ è lì allora che mi sono ricordato di una frase scritta nel Vangelo: ‘Giovanni prese la parola dicendo: “Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci”. Ma Gesù gli rispose: “Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi‘».
Valori cristiani alla base della scelta, con le critiche rispedite al mittente: «Mi ha fatto male sentire da parte di persone che appartengono alla nostra comunità cristiana dire questa frase: ‘Questa è una parrocchia di comunisti’. Chi la pensa in questo modo non è forse lui che è politicizzato e non sa pensare alla vita se non in modo partitico? Da quando aiutare qualcuno che sta morendo è un gesto di comunisti… non dovrebbe essere semplicemente l’atteggiamento di ogni uomo (indipendentemente dal colore politico) che ha un cuore? Guarda caso quest’accusa di ‘comunismo’ è anche quella che viene fatta spesso a papa Francesco da parte di qualche benpensante cattolico. Non stiamo forse coltivando la cultura dell’indifferenza che sottolinea soprattutto il proprio benessere contro il bene?».
Una riflessione di don Donato, che ha voluto così tranquillizzare i fedeli della comunità di Sesto San Giovanni: «Voglio infine precisare che non ho scritto queste righe contro qualcuno e neppure per difendermi, ma solo per aiutare a capire e così giudicare con cognizione di causa e non per sentito dire. Ciò che mi sta a cuore è evitare che tutto questo crei una spaccatura all’interno della nostra parrocchia che si potrebbe dividere a partire dalle simpatie politiche. La fede, che dovrebbe essere il vero legame unitivo di una comunità cristiana, viene messa da parte: l’appartenenza politica diventa il metro di giudizio della realtà invece di esserlo il Vangelo. Nessuno possiede la verità ma tutti la devono cercare! Io credo, lo dice il Vangelo, che solo Gesù Cristo è la verità. Il vero problema dei cristiani è allora sforzarsi di capire sempre di più se hanno gli stessi sentimenti di Gesù Cristo».