Il consiglio comunale di Sesto San Giovanni ha votato contro la proposta, avanzata dal Movimento 5 Stelle a nome di tutta l’opposizione, di assegnare la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, deportata all’età di 13 anni nel campo di sterminio di Auschwitz. Decisiva la volontà della maggioranza, che ha espresso 15 voti negativi sulla questione.
«La maggioranza – denuncia il consigliere comunale grillino Vincenzo Di Cristo – ha bocciato compatta la manifestazione di intenti presentata dal sottoscritto anche a nome di tutta l’opposizione. Il sindaco ha detto che la manifestazione era fatta al solo scopo strumentale. Sfido pubblicamente chiunque a trovare una parte strumentale e demagogica all’interno del testo presentato».
«Le motivazioni del sindaco – rincarano la dose dal Partito Democratico -, sono che Liliana Segre non ha a che fare con la storia della nostra città e darle la cittadinanza sarebbe svilente per lei perché è una strumentalizzazione politica. La nostra città è stata insignita orgogliosamente della Medaglia d’Oro alla Resistenza e che la Resistenza non abbia nulla a che fare con la deportazione e con la dittatura nazifascista che imprigionò la senatrice a Auschwitz è un azzardo troppo ardito anche per il nostro sindaco».
Ma non è tutto. «Asserire che Liliana Segre non ha alcun legame con Sesto San Giovanni è ridicolo – proseguono dal Pd -. La senatrice è iscritta all’Aned, associazione degli ex deportati, attiva sul nostro territorio dagli anni Cinquanta e organizzatrice ogni anno di un partecipatissimo viaggio nei lager con la partecipazione dell’Istituzione e del labaro comunale insieme a molti istituti scolastici e cittadini. La nostra città è stata insignita orgogliosamente della Medaglia d’Oro alla Resistenza e che la Resistenza non abbia nulla a che fare con la deportazione e con la dittatura nazifascista che imprigionò la Senatrice a Auschwitz è un azzardo troppo ardito anche per il nostro Sindaco. Per ultimo Sesto San Giovanni sino ad ora è sempre stata solidale nei confronti di chiunque subisca discriminazione, aggressioni e insulti violenti. E questo ha molto a che fare con l’idea di di inclusione, di confronto e di pace che ha caratterizzato la nostra comunità cittadina».
Il sindaco Roberto Di Stefano si è anche detto disponibile a invitare la senatrice a Sesto San Giovanni il prossimo 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria. «A questo punto ci viene quasi da dire ‘Senatrice, dovessero invitarla, lasci perdere. Il sindaco Roberto Di Stefano dice che qui lei è un’estranea’. Pensare che noi del Partito Democratico credevamo che, famosa in tutto il mondo, lei fosse una delle madri della nostra costituzione», hanno concluso dal Pd.
Immediata la risposta del sindaco Roberto Di Stefano, che oltre a quanto dichiarato in aula durante il consiglio comunale, ha precisato: «Alla senatrice Segre va tutta la nostra solidarietà per gli insulti ricevuti sul web, ma è inconcepibile che venga usata dall’opposizione per strumentalizzazioni puramente politiche: ecco perché abbiamo bocciato la mozione per il conferimento della cittadinanza onoraria. Una proposta di questo tipo non può e non deve essere lanciata sul tavolo di discussione per motivi politico-emozionali, come provocazione, sminuendo il ruolo di Liliana Segre e svilendo il concetto stesso di cittadinanza onoraria. La senatrice Segre, come abbiamo appreso dai giornali, ha rifiutato la proposta della città di Napoli, nonostante il forte valore simbolico che questa questa città ricopre nella persecuzione agli ebrei, proprio perché non vuole essere oggetto di strumentalizzazioni da parte della politica. Il 10 dicembre parteciperò alla manifestazione che organizzerà l’Anci a Milano per dimostrare vicinanza alla senatrice Segre con un gesto concreto e non solo a parole: quel giorno mi auguro di incontrare quanti oggi si stracciano le vesti ma che mai si sono visti in occasione delle giornate che abbiamo organizzato per la prima volta a Sesto per condannare ogni forma di totalitarismo, come per esempio la giornata del Ricordo, la giornata per ricordare la caduta del muro di Berlino, la giornata di confronto con la Comunità Ebraica e la giornata del genocidio armeno».