Ci sono poche cose che ti tolgono il fiato come scalare una montagna. Sarà per la fatica, per l’altitudine o la meraviglia.
A Cusano l’impresa mozzafiato ha riempito di orgoglio cittadini e amministrazione: nove componenti del Cai hanno portato il gagliardetto cusanese fin sopra il campo base dell’Everest, in un trekking del Nepal che li ha visti percorrere quasi 5mila metri di dislivello.
La proposta è stata lanciata da Giancarlo Bonardi, del direttivo Cai Cusano, che in Nepal era già stato ben cinque volte. «Quando ho proposto la ‘missione’ durante una riunione in cui si pianificavano le gite 2019, sono stato preso per matto però in realtà è stata una follia praticabile».
Gli avventurieri erano 16, di cui 9 del Cai Cusano, 2 del Cai di Vimodrone, uno del Cai di Cavriago e quattro amici di vecchia data. Accompagnati da uno sherpa e dallo stesso Bonardi che ha assunto il ruolo di tour leader, i partecipanti erano di tutte le età: dai 18 ai 60 anni. Un’avventura durata quasi due settimane.
«Siamo partiti il 16 ottobre con mille preoccupazioni e 20 chili a testa di materiali – racconta Giancarlo -. L’avventura inizia da Lukla, un avamposto a 2.840 metri nella Valle del Khumbu, famosa per uno degli aeroporti più pericolosi al mondo. Da qui tredici giorni di duro cammino ci portano prima a Namche Bazar (3440 metri), la capitale degli Sherpa, poi fino a Gokyo, a quasi 5.000 metri di quota. La tappa più impegnativa è scavalcare il Cho La Pass a 5362 metri, da cui scendiamo vertiginosamente fino ai 4.910 metri di Lobuche, per poi risalire fino ai 5160 metri di Gorak Shep, l’ultimo villaggio prima del Campo Base dell’Everest. Da qui sei temerari si cimentano nella salita al punto più alto del trekking, il Kala Pattar (5.550 metri). Da questa splendida ‘balconata’ ci godiamo il panorama sull’Everest, sul Lhotse, sul Nupse e sull’immenso ghiacciaio sottostante. La discesa poi è molto lunga e inizia passando dalla Piramide del Cnr, porta a Tengboche (3860 metri) e, da lì, in altri due giorni si torna al punto di partenza, Lukla, dopo aver percorso circa 140 chilometri».
L’impresa non è passata inosservata in città e il sindaco Valeria Lesma era passata a salutare gli ‘alpini’ del Cai prima della partenza. Un gruppo che ha portato la città fino alla cima più alta, il Kala Pattar, esponendo il gagliardetto con lo stemma di Cusano Milanino. Ora il pezzo di stoffa, che ha visto panorami incredibili, è tornato nelle mani del sindaco, ma prima è stato firmato dai 16 coraggiosi.
«Bresso raggiunge Kalapatthar e la piramide del CNR ai piedi dell’Everest grazie alla spedizione del nostro ex consigliere comunale Adriano Longo», ha invece commentato il sindaco bressese Simone Cairo, annunciando l’impresa raggiunta da Londo. «Grazie per l’impegno e per la passione per la nostra città che continua a dimostrare».
Noemi Tediosi