Gli esperimenti non sempre funzionano, soprattutto se nascono in poche ore e sono di contrasto. Le idee non si uniscono con semplicità, bisogna prima conoscersi, frequentarsi un po’, soprattutto se si tratta di partiti, movimenti, politica. Le alleanze in certe circostanze sono rischiose, difficili da far capire all’elettorato, soprattutto se prima ci si è combattuti a vicenda.
Un po’ quello accaduto in Umbria per Pd e Movimento 5 Stelle. Una strada obbligata, dirà qualcuno; sì, ma rischiosa, troppo frettolosa da digerire in un contesto nato soltanto per fermare l’onda alta della Lega, dopo la disfatta Pd con le dimissioni della presidente Catiuscia Marini, con l’inchiesta della Procura di Perugia su presunte assunzioni nella sanità regionale.
Quella umbra non è stata una semplice sconfitta con pochi gol presi, al contrario. Per molti un successo Pd-5 Stelle sarebbe stato anche perdendo, ma di poco. Ora l’unione sembra essere finita, con una marcia indietro a luci spente. A gennaio le squadre torneranno nuovamente in campo per sfidarsi questa volta in Emilia-Romagna, territorio del Pd. Giallorossi uniti da una parte, separati in casa dall’altra?
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani