Oggi nel nostro ‘Termometro’ non parleremo della manovra con il semaforo verde del Consiglio dei Ministri al dl fisco e alla legge di Bilancio, almeno per il momento… Ma lo faremo, aspettando i primi risultati con il riscontro positivo o negativo dei cittadini.
Ci occupiamo invece di qualcosa che potrebbe riguardarci a prescindere da chi siamo e cosa facciamo nella vita. Spiati, osservati e registrati. Tra fobie e verità, parlare diventa sempre più complicato, ma non solo. Tra amici, professionisti, quando interagiamo con battute, critiche o esternazioni varie non sappiamo mai se chi è vicino a noi possa averci registrato o immortalato con il suo smartphone.
Qualcuno, già lo immagino, dirà «niente di cui preoccuparsi se si è a posto con la coscienza». Ma non è questo il punto. Sfido chiunque a dire «Io a cena o con gli amici non mai parlato in un certo modo di Tizio o Caio». Insomma, tra fobie e realtà, questa è la quotidianità. Parlare poco e fare attenzione! Oppure tutti nudi e senza telefonino, libertà e chiacchiera a tutto spiano… Un escamotage, soprattutto per l’estate al caldo, un po’ più difficile d’inverno.
Ah, dimenticavo i messaggi scritti e audio, se poi sono video, allora sono cavoli. Altro che privacy e tutela della persona, prima calunniato e poi forse risarcito. Attenzione dunque con chi si sta e a quello che si dice, intercettati non lo si è soltanto al telefono.
L’editoriale del Gazzettino Metropolitano è a cura del direttore Marco Fabriani