Procede spedito il cantiere per il prolungamento della metro al confine tra Sesto e Cinisello
Era il 2011 quando a Sesto San Giovanni si apriva il cantiere per il prolungamento della linea Rossa. Un’opera che diversi Comuni aspettano da tempo e che, secondo i piani, doveva essere pronta nel 2015, per collegare il Nordmilano direttamente a Expo. Cause naturali come l’innalzamento di circa 4 metri della falda acquifera e il fallimento della precedente ditta appaltatrice avevano però portato a uno stop di due lunghi anni del cantiere. Ora però si vede finalmente la luce in fondo al tunnel. Letteralmente. A fine gennaio è stato abbattuto il diaframma che separava la galleria tra le future fermate di Sesto Restellone e Cinisello/Monza. Un enorme passo avanti, come ha sottolineato il direttore operativo Gabriele Galeazzi: «È una soddisfazione personale vedere che adesso il cantiere procede spedito. La nuova ditta che ha in appalto l’intervento sta rispettando i tempi».
E allora è tempo di progettare i prossimi passi, quelli più decisivi che da vicino riguardano i cittadini di Sesto San Giovanni in particolare: «La chiusura della strada ha sicuramente creato dei disagi, ma era inevitabile. L’obiettivo è quello di riaprire la viabilità di viale Gramsci per quest’estate, in modo tale da tornare alla sistemazione superficiale del tratto in questione». Sul calendario è segnato con il pennarello rosso un preciso periodo: la primavera del 2020. Per allora, i lavori dovrebbero essere ultimati, anche nelle rifiniture, dando alla città l’intervento che si aspetta da tempo.
Gabriele Galeazzi è entrato in Metropolitana Milanese nel 1988. Dalle sue parole traspare una forte emozione, quando racconta la sua carriera nell’azienda e del tempo trascorso a Sesto San Giovanni.
Dei suoi 31 anni di lavoro, 8 sono stati dedicati al prolungamento della Rossa, al fianco dell’ispettore di cantiere Fulvio Borzi.
Uno staff collaudato, secondo Galeazzi: «Ci mettiamo per davvero anima e cuore ogni giorno, perché ci teniamo davvero a vederlo finito. Personalmente ho lavorato su tutte e cinque le linee della metropolitana, sul passante e su alcuni parcheggi di interscambio. Ma quello che è successo qui a Sesto non mi era mai accaduto, erano delle difficoltà imprevedibili. Grazie anche all’aiuto di una persona preparata e capace come l’ingegner Mori siamo riusciti a superare diverse problematiche. Ma soprattutto mi auguro che non mi ricapiti più: dovevamo impiegarci circa 1.460 giorni, adesso siamo già oltre i 3.000».
Ma la passione di Galeazzi e del collega Borzi per il proprio lavoro non si esaurisce al cantiere aperto nel 2011 a Sesto San Giovanni. Nel settembre 2016, infatti, furono due dei tanti volontari che si precipitarono ad Amatrice a seguito del terremoto che provocò in tutto circa 11mila sfollati. «Ricordo – confessa Galeazzi – che Mm ci diede la possibilità di farlo. Già nel 1980 l’azienda si mise in prima linea per portare aiuto ai terremotati in Irpinia. Ne ho sempre sentito parlare da quelli che allora erano i miei capi, quando ero soltanto un ‘geometrino’ e ho cominciato a lavorare qui. Quando si è presentata l’occasione non ho potuto dire di no: è stata un’esperienza bellissima che mi ha davvero riempito».