Si parte il 26 con l’illustrazione del piano partecipato
La parola sulla riconversione del sito di via Manin passa a residenti, comitati, associazioni e altri portatori di interesse, che per due mesi potranno presentare le proprie istanze rispetto al progetto preliminare della biopiattaforma ideato da Cap Holding. «Abbiamo voluto accogliere la richiesta dei sindaci soci di Core, gestore del termovalorizzatore, perché questo processo non fosse solo tecnico ma ogni cittadino e associazione potesse dare un contributo – ha sottolineato il presidente di Cap Alessandro Russo -. Si tratta di un modello trasparente: prenderemo in considerazione ogni osservazione che ci arriverà, la analizzeremo e ne daremo una risposta pubblicamente».
Il percorso partecipativo, promosso dai Comuni di Sesto, Cologno, Pioltello, Segrate e Cormano, sarà gestito da un ente terzo specializzato come Nimby Forum, che coordinerà il dibattito all’interno di una cornice strutturata.
Si parte il 26 novembre con un incontro di presentazione delle caratteristiche principali del piano, elaborato dal Gruppo Cap: 47 milioni di euro di investimento per lo spegnimento dell’attuale termovalorizzatore che sarà sostituito con un polo per la produzione di biometano dalla frazione umida dei rifiuti e per la valorizzazione dei fanghi da depurazione.
«Il punto di forza è che non siamo davanti a un progetto già chiuso ed esecutivo – spiega Agnese Bertello di Nimby Forum -. Avremo tavoli di lavoro, che ragionano su un progetto da arricchire. I temi da approfondire saranno scelti insieme ai partecipanti. Parliamo di progetti che sono molto tecnici ma che hanno grandi implicazioni sociali: per questo i cittadini sono una parte importante degli attori coinvolti».
È stato anche sviluppato il portale www.biopiattaformalab.it, dove si potranno seguire le diverse fasi, scaricare i documenti e presentare le osservazioni. Dopo i tavoli tematici di lavoro, ci sarà un ultimo incontro in cui Nimby Forum presenterà il documento riassuntivo, che sarà sottoposto al Gruppo Cap e a Core. «Si tratta di un percorso di partecipazione ancora poco sperimentato in Italia e anche per noi si tratta della prima volta – rivela Russo -. È un’assunzione di responsabilità: vogliamo rendere conto delle istanze che accoglieremo e anche di quelle che rigetteremo, spiegando però i motivi ufficialmente. Poi, alla fine di questo percorso, avremo il progetto definitivo».